Luglio 2011 - Sauris

La prima uscita significativa dopo il restauro si trasforma in una piccola avventura, per fortuna finita bene. Ecco come l'ho raccontata a Plein Air (rubrica "Lettere al direttore", pubblicata nel numero di settembre 2011 a pag. 24):

 

Gentile Direttore,

voglio rendere partecipi Lei ed i lettori della Sua rivista di un episodio di accoglienza squisita e di gentilezza ed altruismo disarmanti, dei quali io e la mia famiglia (mia moglie, mia figlia di dodici anni e mio figlio di quattro) abbiamo beneficiato lo scorso weekend (8, 9 e 10 luglio).

Nel tardo pomeriggio di venerdì esco dall’ufficio di corsa e prendo il camper al rimessaggio; gli ultimi preparativi e via! Partiamo da casa (abito in provincia di Treviso) in direzione Sauris, per partecipare alla nota festa del prosciutto. Con metà serbatoio di gasolio, sono convinto di poter coprire tranquillamente il tragitto, ed effettuare rifornimento dopo il tratto autostradale. Voglio precisare che sono piuttosto attento a certe cose (manutenzione del mezzo in primis), per garantire a me ed alla mia famiglia la necessaria sicurezza e tranquillità nelle nostre uscite in camper. Questa volta però, nonostante le giuste esortazioni di mia moglie ad usufruire di un piccolo distributore incrociato lungo la strada, ho peccato di leggerezza, convinto di poterne trovare molti altri in posizione più comoda. Purtroppo mi sbagliavo, e così ho iniziato la salita finale già in riserva. La strada si arrampica con pendenza costante, gallerie e curve impegnano il guidatore e richiedono al mezzo un consumo supplementare di carburante. Nonostante la guida particolarmente attenta date le circostanze, sono rimasto senza gasolio a circa un km dal paese: il motore si è ammutolito improvvisamente in un tratto di forte salita, lasciando il camper appeso alle 23.30 circa! Dopo qualche secondo di panico, ho notato, in cima alla salita, un furgoncino che stava manovrando. Scendo dal camper e di corsa mi dirigo verso il guidatore, spiegando la situazione, mostrando la posizione pericolosa del camper e chiedendo un qualsiasi aiuto. Subito il mio interlocutore, un musicista presente a Sauris per allietare la festa con i suoi concerti, si è prodigato in ogni modo per aiutarmi; ha chiamato una persona di sua conoscenza (che l’indomani ho scoperto essere il titolare di uno degli hotel del paese), che, con gli opportuni rinforzi (un ragazzo che, sempre l’indomani, ho scoperto essere l’amministratore del locale prosciuttificio!), si è precipitato portando una tanica piena di gasolio. Purtroppo però il motore del camper non ne ha voluto sapere di mettersi in moto, e, a mezzanotte passata, abbiamo dovuto desistere: “ti trainiamo fino al paese, e domani chiamiamo un meccanico”, mi hanno detto i due. Alla mia perplessità (con cosa si può trainare un camper carico e fermo in salita?) i due hanno risposto, poco dopo, con estrema naturalezza, presentandosi con un possente camion che ha trainato il nostro camper quasi senza sforzo! Finalmente, all’una di notte, abbiamo potuto addormentarci sollevati. L’indomani mattina presto, Stefano, l’amministratore del prosciuttificio, già impegnato nel suo lavoro, trovava ancora il tempo per chiamarmi un meccanico che in pochissimo tempo, grazie anche alla semplicità meccanica del mio mezzo (un glorioso Arca su Ducato del 1989), riusciva a riavviare il motore.

Abbiamo potuto così immergerci nell’atmosfera gioiosa di una festa che ci ha fatto apprezzare le bellezze di Sauris, un paesino stupendo nelle montagne friulane, le squisite pietanze dei vari stand (su tutte ovviamente spiccano il prosciutto e la birra locale), la musica del nostro amico Vinicio e la calorosa accoglienza di tutte le persone impegnate nell’organizzazione della festa.

Voglio ancora ringraziare Vinicio, Loris e Stefano per il prezioso e provvidenziale aiuto prestato a me ed alla mia famiglia; per quanto mi riguarda, in futuro sarò ancora più attento e previdente nella gestione delle nostre uscite in camper. Sicuramente tornerò ancora a Sauris, ed invito tutti a fare altrettanto, per scoprire, con rispettosa curiosità (dote che purtroppo manca a qualche collega camperista), la bellezza di questo piccolo angolo di Friuli.

Le foto non sono granché, d'altra parte di notte col telefonino non si può pretendere più di tanto; e poi, le fotografie erano l'ultimo dei nostri pensieri!